
Così Monica Luciani ha raccontato la sua autobiografia – Presentato anche l’oste “Oberdan” di Francesco Berni
“In fondo la vita di ciascuno di noi è parte dell’universo e l’universo è composto anche delle nostre ‘storie’, spero che la mia insegni o aiuti a comprendere come sia il mondo di chi deve convivere senza udito fin dalla tenera età”. Così Monica Luciani, sabato presso la sala consiliare del comune di Vitorchiano, ha parlato del suo libro autobiografico, “L’arcobaleno spezzato”, che racconta, fino ai 13 anni, la sua storia di bimba che si è scoperta sorda all’età di 3 anni.
“Sono stati i dieci anni più brutti della mia vita e devo ringraziare mia mamma che ha fatto di tutto perché io potessi continuare a parlare e non usare solo la lingua dei segni”, ha ricordato.
La mamma di Monica, infermiera specializzata in cardiologia negli interventi di bypass, è stata in servizio anche al 41 bis del carcere di massima sicurezza di Mammagialla.
Non solo lingua dei segni: “Anche la lingua dei segni, naturalmente, ma è indispensabile parlare, anche se noi sordi possiamo farlo solo con una persona alla volta, non udendo, guardandola in viso e stando l’uno di fronte all’altro”, ha spiegato Monica.
“Vorrei comunicare un messaggio preciso: la sordità non rappresenta un gruppo di disabili, ma rappresenta un insieme di persone collegate solo da un difetto sensoriale. La sordità è una disabilità invisibile e ognuno di noi la vive diversamente. Noi sordi siamo tutti diversi, siamo tutti dotati di una storia, di un’individualità, di una personalità e abbiamo percorsi di vite differenti, sensibilità diverse, come tutti del resto”, ha detto Monica Luciani nel corso dell’incontro.
“Scrivere questo libro è stata una grande sfida con me stessa, sicuramente non è stato un percorso facile, bisognava affrontare certi miei fantasmi, rievocare i momenti vissuti nel dettaglio, bisognava scegliere cosa raccontare e come farlo, bisognava superare la paura di essere giudicati e di mostrarsi per come si è”, ha sottolineato.
Monica ha presentato la sua autobiografia nell’ambito della rassegna letteraria “Autori di Vitorchiano”, nel corso della quale Francesco Berni ha presentato il romanzo “Oberdan si lamentava”, pubblicato nel 2020, presentato con Gabriele Ludovici, musicista, scrittore e direttore editoriale di “Augh! Edizioni”.
“Un romanzo cominciato nel 2017 e pubblicato durante la pandemia, ambientato in una città di provincia che non c’è, anche se a un certo punto, ed è una casualità che io ho curiosamente, anticipato, viene imposta la chiusura dei locali all’una di notte, come è successo davvero nel quartiere di San Pellegrino a Viterbo”, ha sottolineato parlando dell’oste Oberdan, figlio degli anni ’90 del secolo scorso, citando la storica rivista viterbese Melting Pot, di cui è stato una delle anime.
Erano presenti, oltre a una vasta platea, il vicesindaco Federico Cruciani, gli assessori Gian Paolo Arieti, Fabio Fanelli e Marco Salimbeni nonché Domenico Tarantino, politico di Soriano nel Cimino.