
La protesta degli assistenti educativi all’autonomia sotto la Prefettura. La Fp Cgil: “Superiamo gare a massimo ribasso che tagliano qualità servizio e producono precarietà”
Chiedono il riconoscimento educativo del proprio ruolo e l’internalizzazione tra il personale della scuola per uscire dalla precarietà in cui da anni sono relegati. Sono i 6500 assistenti educativi all’autonomia di Roma e del Lazio, quelli che ogni giorno affiancano alunne e alunni con disabilità, ciechi e ipovedenti e sordi garantendo loro il diritto allo studio. Lo fanno assunti da cooperative o come collaboratori e partite iva, con contratti a part time ciclico verticale (involontario) e che quindi li rendono “sospesi”, senza stipendio, nei periodi nei quali le scuole chiudono. L’estate è senza reddito. Eppure sono figure indispensabili.
La protesta degli assistenti educativi all’autonomia
In centinaia ieri hanno manifestato sotto la Prefettura di Roma, presidi che si sono svolti in tutte le maggiori città italiane. “Nel corso dell’ incontro abbiamo chiesto al Prefetto di Roma di farsi carico di rappresentare presso il Governo e le autorità nazionali la necessità dell’introduzione del profilo professionale dell’ assistente per l’autonomia e la comunicazione nei ruoli del personale scolastico superando le gare al massimo ribasso che tagliano sulla qualità e producono lavoro povero e precarietà, di garantire i necessari fondi per il reclutamento di queste lavoratrici e lavoratori, dare totale attuazione alla legge che istituisce il fondo per il sostegno dei lavoratori con contratto a part time ciclico verticale per garantire a questi operatori un sostegno nel periodo di chiusura delle scuole, periodo in cui restano senza stipendio”, ha fatto sapere la Fp Cgil di Roma e Lazio.
Il sogno della fine del precariato
Inoltre il sindacato ha chiesto al Prefetto di interloquire con il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, affinché dia seguito all’accordo dell’ agosto del 2021 per l’assunzione dei tiflodidatti, ossia chi assiste alunne e alunni ciechi. Con l’inizio della scuola riparte la mobilitazione. “Daremo vita ad ulteriori iniziative di lotta per garantire alle alunne e alunni con disabilità il pieno diritto all’istruzione e a queste lavoratrici e lavoratori – dice la Fp Cgil – la fine del precariato, degli appalti al massimo ribasso, del lavoro povero e l’assunzione tra il personale scolastico”.