
Le associazioni dei non udenti si sono incontrate sabato 23 settembre a Carhaix. Hanno proposto attività, incontri e convegni per rivendicare la propria identità e gli stessi diritti di tutti i cittadini.
Troppo spesso invisibili, i sordi si sono fatti sentire questo sabato, per le strade di Carhaix. Hanno marciato per abbattere le barriere e rivendicare ciò che sono: sordi e non ipoudenti, una parola che evoca disabilità. “Se usiamo la parola sordo è perché è anche la nostra identità. Non è l’orecchio che non funziona, è un modo di vivere, di pensare, un modo di vedere le cose alla maniera dei sordi.” spiega François Parbot, presidente del comitato organizzatore della Giornata mondiale dei sordi del Finistère.
La comunità dei non udenti sta ancora lottando affinché la lingua dei segni sia più facilmente presente negli ospedali, nelle amministrazioni e nelle scuole.
La questione educativa, in particolare, continua a preoccupare i genitori dei bambini sordi e gli insegnanti. In Bretagna ci sono circa 700 bambini sordi.–
“Mancano insegnanti che parlano la lingua dei segni nell’istruzione nazionale. Prima c’erano istituti specializzati, ora non c’è più, spiega Alina Constantinescu, presidente dell’associazione dei sordi di Saint-Brieuc e insegnante. I bambini sordi vengono inviati in classi educative nazionali inclusive, tra persone udenti, quindi sono soli. Tuttavia, per poter costruire la propria identità e il proprio linguaggio, bisogna sapersi confrontare con i propri coetanei.“
La Giornata Mondiale dei Sordi è anche la Giornata Internazionale della Lingua dei Segni. Una lingua a sé stante, diversa a seconda del paese, ognuna con la propria grammatica e il proprio vocabolario. Ciò non impedisce a nessuno di utilizzare gesti universali per comunicare idee semplici alle persone sorde.